Il lockdown ha cambiato per sempre le nostre abitudini digitali

Abitudini digitali

Il lockdown della scorsa primavera, tra i tanti aspetti negativi, ha innescato anche delle ripercussioni positive. Per esempio, ha consentito di appurare che i device connessi, in un contesto in cui le esperienze risultano limitate, possono offrire un valido aiuto non solo per il mantenimento delle relazioni, ma anche per la ricostruzione di una fisicità smarrita, pur tenendo conto di una percezione più evidente di quello che è stato perso. Basti pensare a come hanno agito le imprese che si sono servite di soluzioni digitali per non interrompere la propria offerta e continuare a mettere a disposizione delle persone i propri servizi.

Gli acquisti online

Le abitudini digitali sono variate nell’ambito degli acquisti: nel settore dei consumi alimentari sono state riscontrate delle novità importanti. Tra il mese di gennaio e il mese di ottobre dello scorso anno, in particolare, è aumentato il numero di visite ai siti web dei più importanti supermercati del nostro Paese. A causa delle restrizioni che sono state adottate per limitare i contagi, i retailer hanno dovuto far fronte a numerose variazioni. I consumatori hanno cercato informazioni per fare shopping su Internet oltre che per gli orari di apertura e di chiusura. Una nuova abitudine è entrata a far parte della quotidianità di tanti italiani, che magari in precedenza erano piuttosto restii a fare acquisti su Internet. Così, volenti o nolenti parecchi consumatori a causa del lockdown si sono trovati a rivedere le proprie convinzioni.

Le consegne a domicilio

Da valutare anche quel che è successo nel settore del food delivery, con riferimento in particolare all’impiego di app che assicurano la fruizione delle consegne a domicilio dei pasti. Just Eat è la società leader del settore, con un lieve aumento a marzo e un incremento più evidente a maggio. Più graduale è stata la crescita di Deliveroo e di UberEats.

Il settore della cultura

I siti web del Corriere della Sera e di Repubblica hanno beneficiato di un picco di visite, che non è difficile giustificare: è il frutto del desiderio degli italiani di essere informati sulla situazione del momento e soprattutto di essere sempre aggiornati a proposito dei provvedimenti più recenti adottati dal governo. Anche la curiosità relativa all’andamento dei contagi ha giocato un ruolo importante da questo punto di vista. Va detto, comunque, che l’emergenza sanitaria ha portato anche un incremento delle visite dei siti web del Fatto Quotidiano e del Sole 24 Ore, mentre un vero e proprio crollo è stato patito dal sito della Gazzetta dello Sport, visto che per tre mesi tutte le manifestazioni sportive sono state bloccate. Sempre rimanendo in ambito culturale, le tante novità hanno riguardato le visite virtuali ai musei, i concerti in streaming, le discoteche virtuali e gli spettacoli teatrali trasmessi sul web: forme di consumo inedite che si sono concretizzate in nuove abitudini digitali e modi di passare il tempo dovendo rimanere a casa.

Le piattaforme di streaming

La fruizione di contenuti multimediali, a sua volta, è andata incontro a cambiamenti causati dalla pandemia. Netflix, per esempio, tra i mesi di marzo e aprile ha conosciuto uno straordinario aumento. Parecchi utenti hanno usato la piattaforma di streaming per la prima volta, come dimostra il primato di 900mila download a marzo. Amazon Prime Video e RaiPlay sono altre due piattaforme cresciute nei mesi del lockdown in termini di numero di visitatori, prima del calo della stagione estiva.

Le relazioni sociali

Molto importanti, sin da quando è iniziata la diffusione del coronavirus, si sono rivelate tutte quelle piattaforme che hanno consentito alle persone di rimanere in contatto tra di loro, superando il divieto di vedersi di persona. Divieti che poi si sono ripetuti per le regioni in zona rossa dopo l’estate. Va detto, però, che l’uso dei social network non ha fatto registrare variazioni significative in termini di numeri assoluti. Gli adolescenti si sono misurati con nuove abitudini digitali: a marzo e ad aprile è cresciuto TikTok, con più di 1 milione e 700mila download al mese. Come dire: la clausura forzata è stata l’occasione per mettere alla prova una app diversa. In effetti nel nostro Paese lo scorso anno TikTok ha raggiunto il primato di app con il maggior numero di download su iPhone.

La messaggistica

Un valore molto alto è da attribuire anche alle piattaforme di messaggistica, che a loro volta hanno contribuito al mantenimento delle relazioni sociali. L’app prediletta è rimasta Whatsapp, il cui utilizzo da dispositivi mobili non ha messo in evidenza picchi particolari. Tuttavia, le abitudini d’uso di Whatsapp sono comunque cambiate, nel senso che è cresciuto l’impiego da desktop. Per quel che riguarda il lavoro, infine, la transizione dall’ufficio allo smart working è stato reso possibile da parecchi strumenti digitali che in precedenza non erano mai stati usati: così è stato possibile organizzare riunioni da remoto, come racconta il picco di download di Google Meet e di Zoom, app scaricate più di 4 milioni di volte.

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