Perché lo chiamiamo becchino


A chi di noi non è mai venuto in mente di ironizzare sulla parola becchino? Quante volte, magari vedendo per strada qualcuno vestito tutto di scuro, con una fisionomia particolare, non abbiamo pensato che sembrava proprio un becchino? Ebbene, ci siamo mai chiesto da dove arrivi questa parola e perché nell’immaginario comune ha assunto un significato così preciso? Vediamolo assieme.


Da cosa deriva la parola becchino


Becchino è colui che lavora in un’impresa di pompe funebri o chi si occupa della sepoltura dei morti magari al cimitero. Se un tempo un becchino raffigurava nella realtà in genere persone vestite di scuro per lavoro (e nella vita) non particolarmente eleganti o a modo, oggi chi lavora in un’agenzia funebre, occupandosi delle onoranze funebri a Roma o altrove, come Cattolica San Lorenzo, è senza dubbio migliorato nell’aspetto e nei modi. In ogni caso la parola deriva dalla natura e viene presa in prestito dalla biologia, campo in cui il becchino è un insetto coleottero che ha la funzione macabra di seppellire i cadaveri dei topi e di altri animali di piccole dimensioni per poterci deporre le uova sopra. D’altro canto, la parola becchino ha anche un altro significato simbolico, risalente all’epoca del Medioevo, quando chi andava a prendere un morto per seppellirlo aveva l’abitudine di pizzicare o “beccare” il cadavere sul tallone o su un’altra parte del corpo per controllare che si trattasse di una persona morta davvero.


Il mestiere del becchino


Al di là del significato etimologico e simbolico del termine, il becchino è un mestiere antichissimo, considerato molto importante soprattutto nella nostra società occidentale. Questa figura, infatti, partecipa alla celebrazione della morte che ci caratterizza per cultura e tradizione, occupandosi anticamente del trasporto e della sepoltura del morto e oggi praticamente di tutte le fasi logistiche e non di un funerale. Oggi è una parola davvero poco utilizzata, se non in chiave ironica, anche perché un professionista dell’agenzia funebre è ormai competente su molti aspetti e materie e davvero non può essere ridotto alla sola funziona antica di sepoltura e chi, d’altra parte, si occupa della sepoltura nei cimiteri viene definito più correttamente necroforo. Inoltre, è importante anche sottolineare che né il professionista dell’agenzia funebre né tanto meno il necroforo oggi devono occuparsi della verifica della morte della persona, visto che la legge impone che ci sia, giustamente, un preciso certificato di morte compilato da un medico. Tuttavia, rimane il contatto e la gestione della salma, dei suoi cari e già in generale dell’intero funerale. IN qualche caso il becchino può anche occuparsi di alcune procedure legate alla morte particolari, come l’esumazione o anche la tumulazione, motivo per cui è molto importante che chi fa questo mestiere sappia farlo con grande discrezione, gentilezza e sensibilità.

 
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